il mese scorso mi aveva respinto un pò di neve, questa volta ho preso l'assietta!
mi sveglio e il mio piccolo rifugio di cesana è inondato dal sole, esco assonnato sul balcone e in cielo neanche un batuffolo che sia uno: è una di quelle mattine che ti riconcilierebbe con la qualunque.
lì sotto il balcone il vecchio porco nero è già pronto e riposato.
io invece, sul balcone, ho bisogno di qualche conforto ancora: un bel tazzone di caffè, due merendine del mulino bianco, un messaggio a tata, due o tre sigarette e sono pronto a partire.
chi non conosce la zona dia un'occhiata alla cartina, quella che ha in casa chè io non posso scannerizzare la mia: cesana è il vertice di un triangolo, da una parte l'alta valle susa (che in realtà continua fino a sestriere) dall'altra, da sestriere in giù, la val chisone.
la strada che porta all'assietta parte da sestriere e praticamente domina dall'alto, un pò di qua e un pò di là, le due vallate; di più la val chisone.
circa sei km di salita decisa e dai 2000mt di sestriere si arriva ai 2400 del col basset e fin qui ero già arrivato l'altra volta: sterrato non difficile.
col basset è il punto in cui si congiungono i comprensori sciistici di sestriere appunto e salice d'ulzio.
il primo tratto successivo è un saliscendi dolce e facile con panorama sulle piste che d'inverno conosco tanto bene: qualche passaggio un pò più sconnesso, qualche breve strappo in su o in giù piuttosto deciso ma niente di difficile, viceversa i panorami assaltano la gola del vostro viandante; si viaggia in mezzo a prati verdi, improvvisamente ti ritrovi a guardare sotto come da un attico sospeso lassù.
col genevris, col bourget, col lauson e infine colle dell'assietta, tutto quanto per una quindicina di km sempre intorno ai 2400mt.
il colle dell'assietta fu teatro di un'importante battaglia campale in non so quale guerra (la memoria fa cilecca!), roba vecchia fra italiani e francesi, che viene rievocata ogni anno con figuranti in costumi dell'epoca: non ci sono mai stato, la prossima volta cercherò di esserci.
di lì si scende un pò alla volta verso una località che si chiama pian dell'alpe, un gran pianoro verde dove il mondo abitato torna a farsi vivo con trattoria, agriturismo e turisti numerosi.
il tratto fino a pian dell'alpe, una decina di km scarsi, è piu accidentato ma comunque non presenta grandi difficolta mentre continuano maestosi i panorami da ammirare.
qui si torna sull'asfalto, una breve deviazione per risalire fino al colle delle finestre che è proprio lì sopra e poi giù a fondovalle dalle parti di pragelato, risalita al colle del sestriere e a capofitto fino a cesana per doccia, cena e meritato riposo.
un giro non difficile ma stupendo, un giro che sono contento di aver fatto anche perchè sono sicuro che la GRANDE CAZZATA prossima ventura non potrà essere meno emozionante e quindi sarà un vero sballo!
in ultimo una piccola notazione, perchè il mio personalissimo amor proprio ha ricevuto una bella lucidata su questa sterrata.
sono stato su quella strada per cinque o sei ore, facendo soste dappertutto compresa un'oretta di sole su prato e un'oretta di camminata verso una fortificazione che poi non ho raggiunto per pigrizia; c'era un bel traffico di motociclisti, automobilisti e cicloarrampicatori; avrò incrociato o visto passare non meno di un centinaio di motociclisti, ma erano di più e quanti austriaci e tedeschi....
l'unico mezzo non fuoristradistico presente sulla strada dell'assietta, L'UNICISSIMO, era il mio vecchio porco!!!!!!!!!
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